LA FORTUNA NON ESISTE

Libro: La fortuna non esiste
Autore: Mario Calabresi
Editore: Mondadori, Oscar 2009
Cosa possono avere in comune un broker di una importante Casa di Investimenti e un operaio di una fabbrica di automobili? Una donna che pilota elicotteri in missioni di guerra e un arredatore d’interni, un profugo afgano e un cittadino di New Orleans? Sono tutte persone la cui vita è stata attraversata da eventi sconvolgenti che hanno sradicato le piccole e grandi certezze su cui poggiavano le loro esistenze. Le loro storie vengono raccolte e raccontate con grande intensità e nello stesso tempo con estrema semplicità in questo libro di storie di resilienza personale e sociale di Mario Calabresi.
In 2 anni di viaggio lungo gli Stati Uniti per seguire la campagna elettorale che ha portato Barak Obama a diventare il primo Presidente afroamericano della più grande potenza del mondo, l’autore incontra un Paese che è profondamente cambiato sotto il peso dei tragici eventi di questi ultimi anni: la più grande crisi economica della nostra storia, le varie guerre in Oriente e catastrofi naturali dalla forza distruttiva, seppur mascherata da un nome gentile come quello dell’uragano Kathrina.
Mario Calabresi racconta le testimonianze di chi ha perso il lavoro e si è ritrovato da un giorno all’altro senza stipendio, un mutuo da pagare e dei figli da crescere, di chi ha perduto la casa in seguito all’uragano e si è ritrovato a vivere in un camper o, peggio, in automobile per diversi mesi, di chi si è visto catapultato dagli splendori di una vita agiata ad una esistenza in cui l’unico bene materiale da cui non puoi distaccarti è il telefonino. Non per status symbol ma per necessità, perché rappresenta l’unico contatto possibile con il mondo esterno, dal quale aspetti una chiamata che rappresenti per te un’opportunità di lavoro o semplicemente la prova che per qualcuno esisti ancora. Le storie di chi ha vissuto la guerra, per scelta o per necessità, perché sei un militare inviato in missione o perché il destino ti ha fatto nascere in uno di quei posti in cui la parola pace non sembra avere significato, in entrambi i casi riportando ferite che sanguinano tanto nel corpo quanto nell’anima.
Leggendo questo libro, però, si rimane immediatamente colpiti dal fatto che non è un resoconto della disperazione. Al contrario, è un inno alla gioia, alla forza della vita, perché tutte le storie che racconta sono storie di resilienza. C’è una domanda che pervade ogni pagina: cosa succede quando una persona cade? Cos’è che le permette di rialzarsi? Cos’è che permette ai protagonisti incontrati da Calabresi di far loro pronunciare parole del tipo: “Sono nato una seconda volta?”. L’operaio disoccupato che torna sui banchi di scuola per imparare un nuovo lavoro, la famiglia che si ricostruisce un’esistenza e una dignità nei pochi metri quadrati di un camper, il militare che perde entrambe le gambe in un’azione bellica e scopre che la sua vita non è persa su di una sedia a rotelle, sono persone che hanno vissuto la forza della resilienza, che la testimoniano e la descrivono senza conoscerne neppure il nome, che raccontano di quelle risorse che hanno trovato in se stessi o negli altri per ricominciare a vivere, a sperare oltre l’insperabile, che hanno richiamato a sé tutte le energie possibili per non lasciarsi andare e darsi un’altra possibilità. Il bello di questo libro sta proprio in questo: le storie che vi sono narrate sono storie “comuni”, tanto vicine a quelle vissute in prima persona dal lettore o da un suo familiare o da un amico, da permettere una facile identificazione con chi le racconta. Ci si riconosce, ognuno per la propria esperienza, di essere stati almeno una volta nella vita, resilienti senza sapere di esserlo, e di “avercela fatta”.
Mario Calabresi sa bene cosa sia la resilienza, per essere rimasto orfano all’età di due anni del papà, ucciso dalle Brigate Rosse. Nel libro si scopre quanto la resilienza faccia parte del dna della sua famiglia grazie al commovente racconto introduttivo in cui narra la storia della sua nonna, bimba nata prematura in un freddo mattino d’inverno del 1915 e che tutti davano per morta, eccetto un anziano medico che “scommette su di lei”, se ne prende cura per mesi e la restituisce alla vita.
La resilienza è una scommessa sulla vita, ma non come in un gioco d’azzardo in cui affidi le tue sorti alla fortuna, perché come si legge nel libro: “La fortuna non esiste. Esiste solo il momento in cui il talento incontra l’occasione”. Il talento siamo noi stessi, è la nostra stessa vita e l’occasione, a volte, può essere anche l’incontro con un consulente familiare che crede profondamente nel tuo valore di persona, che ti ascolta, si prende cura di te, ti ri-conosce e ti aiuta a rialzarti.
Ivana de Leonardis Consulente Familiare di Vasto

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